L’alcool è conosciuto da tempi antichissimi. È probabile che già i coltivatori e i cacciatori della preistoria conoscessero gli effetti “stupefacenti” dei frutti fermentati.Sicuramente gli egizi conoscevano già la birra e il vino. Sembra che i cinesi distillassero alcolici dal riso già attorno al 1000 a.C., ma l’invenzione della distillazione di alcolici dai cereali avvenne in Europa verso il 1100 d.C.. Ci vollero comunque altri quattrocento anni perché si raggiungessero risultati accettabili. L’arte della distillazione veniva praticata dai monaci e dagli speziali, che mischiavano alcolici alle loro pozioni. In Inghilterra, soppressi i monasteri per decreto di Enrico VIII nel 1539, gran parte di queste conoscenze andò dispersa; solo più tardi, poco per volta, cominciarono ad affermarsi le prime distillerie commerciali.
Fu solo negli anni Cinquanta dell’Ottocento che si procedette a imbottigliare individualmente whisky e gin: divenne allora necessario etichettare le singole bottiglie. In alcuni casi i produttori avevano le proprie etichette, in altri le acquistavano da qualche stampatore locale. Un alcolico è più di un prodotto chimico: spesso è il risultato di storie, decisioni e leggende interessanti, riassunte (e sfruttate) dalle loro etichette. L’alcool è da sempre considerato una sostanza prelibata, stupefacente e nutritiva, tanto che la parola stessa significa “il meglio di una cosa” nella sua origine araba.